Il signore degli anelli per bambini – 13 – Al confine di Mordor

CAPITOLO TREDICESIMO

Frodo e Sam insieme al nuovo amico Smeagol erano ormai giunti al confine di Mordor e stavano faticosamente marciando per raggiungere l’ingresso segreto che Smeagol diceva di conoscere. Dopo tanti giorni di viaggio e solo il pan di via elfico per sfamarsi, i due amici sognavano ad occhi aperti un bell’arrosto di carne con patate e avrebbero pagato oro per averne uno da mettere sotto i denti.

Si accamparono per la notte nei pressi di un fiume che sfociava in un minuscolo laghetto riparato dalle rocce. La loro marcia proseguiva spedita ma erano comunque costretti a nascondersi e muoversi con circospezione. I Nazgul infatti erano nuovamente sulle loro tracce; dopo la sconfitta al fiume per mano di Arwen e del suo incantesimo, non era passato molto tempo e i terribili cavalieri neri erano tornati alla ricerca dell’anello, questa volta in groppa a possenti e terrificanti draghi neri. Anche in quel momento, guardando in lontananza, si potevano vedere i Nazgul svolazzare in cerchio intorno alla torre del loro signore Sauron.

Il mattino seguente i tre amici furono svegliati dal rumore di passi pesanti e di soldati che marciavano. Raccolsero velocemente le loro cose e si nascosero appena in tempo per veder passare un numerosissimo esercito di soldati con il volto coperto e degli strani elmi in testa. Immense creature simili a elefanti seguivano a debita distanza la prima linea di soldati. Ognuno di essi poteva trasportare oltre venti guerrieri e i loro passi erano lenti e pesanti. Ai lati della proboscide avevano due lunghissime zanne bianche che quasi sfioravano il terreno e servivano per falciare ed abbattere gli sfortunati nemici che gli capitavano a tiro. Quello era l’esercito mercenario dei Sudroni che marciava verso Mordor in direzione del nero cancello, il posto dove l’oscuro signore stava radunando le sue forze per la battaglia finale.

Mentre Sam guardava stupefatto i giganteschi olifanti che avanzavano, ci furono degli strani movimenti intorno a loro e in pochi secondi i tre amici furono circondati da un gruppo di soldati. Frodo, Sam e Smeagol si erano imbattuti in un gruppo di esploratori di Gondor. Il loro capitano, Faramir, li fece legare scambiandoli per spie di Mordor. Frodo spiegò inutilmente la loro storia ma il capitano Faramir non voleva sentire ragioni. Cominciò a convincersi soltanto quando Frodo fece il nome di Boromir, il principe di Gondor morto valorosamente mentre combatteva contro gli Uruk Hai. Dopo quelle parole, gli occhi di Faramir si riempirono di lacrime. Boromir era suo fratello e la notizia della sua morte lo riempì di tristezza e dolore. Fece liberare Frodo e gli altri e si scusò per l’accaduto. Spiegò che loro erano l’ultimo gruppo di esploratori di Gondor e stavano perlustrando il territorio in cerca di spie prima di tornare a Osghilliat, il forte al confine con Mordor dal quale controllavano le mosse dell’esercito nemico.

Improvvisamente un urlo agghiacciante echeggiò nell’aria e alcuni soldati gridarono “Nazgul! Nascondetevi!” Le sagome di due enormi draghi erano ormai quasi sopra di loro e fecero appena in tempo a ripararsi tra le rocce. I Nazgul fecero qualche giro sopra le loro teste e poi scomparvero all’orizzonte. Faramir augurò a Frodo di riuscire a compiere la sua impresa e poi si avviò con i suoi soldati per fare ritorno al forte.

Gandalf sellò Ombramanto e si preparò a partire insieme ad Aragorn, Legolas, Gimli e tutti i cavalieri di Rohan guidati da Teoden ed Eomer. Dopo la vittoria al fosso di Helm, sapeva che bisognava andare a Isengard per dare il colpo di grazia a Saruman. Quando arrivarono, rimasero stupiti nel vedere che Isengard era stata distrutta ma non credettero ai loro occhi quando trovarono Merry e Pipino tranquilli e rilassati che fumavano l’erba pipa godendosi il pomeriggio soleggiato. I due hobbit raccontarono di come gli Ent avessero sconfitto gli orchi di Saruman e di come loro due avessero guidato la battaglia insieme a Barbalbero.

Gandalf chiamò allora Teoden ed Aragorn e disse loro che la battaglia sarebbe presto ripresa nei pressi di Gondor e quindi anche l’esercito di Rohan sarebbe dovuto andare lì per contrastare l’avanzata di Mordor. Gandalf sapeva tuttavia che anche con l’aiuto di Rohan le loro forze erano comunque troppo esili per contrastare il grande esercito di Sauron e così disse ad Aragorn di percorrere il sentiero dei morti per andare alla ricerca dei fantasmi verdi. In una buia e tetra foresta c’era l’ingresso di una grotta dove questi fantasmi vivevano; essi in passato avevano tradito re Isildur rifiutandosi di andare con lui in battaglia e per questo erano stati maledetti: erano condannati a rimanere fantasmi in terra senza poter trovare riposo nell’aldilà. Aragorn era l’erede di Isildur, se i fantasmi lo avessero aiutato avrebbero potuto trovare finalmente pace. Forte di questa convinzione Aragorn chiese a Legolas e Gimli di accompagnarlo e i tre amici si misero in viaggio.

Gandalf e Pipino galopparono veloci alla volta di Gondor per avvisare dell’arrivo dei rinforzi mentre Teoden con i suoi rohirrim sarebbero arrivati con più calma per non far stancare troppo soldati e cavalli. Eowin, vedendo che Merry era rimasto da solo, lo prese con se a cavallo. La principessa si era travestita da soldato e adesso cavalcava a fianco dei cavalieri di Rohan. Questa volta avrebbe dimostrato il suo valore in battaglia e Merry sarebbe stato il suo scudiero.

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