CAPITOLO SETTIMO
Frodo e gli altri uscirono finalmente dalla miniera, stanchi e spaventati dopo la terribile fuga dal Balrog. L’immagine di Gandalf che cadeva giù nell’abisso continuava a riproporsi nella mente di ciascuno di loro e in ogni volto si leggeva una grande tristezza.
Aragorn doveva guidare la compagnia e fare in modo che la disperazione non prendesse il sopravvento. La sua voce ruppe il silenzio, “dobbiamo rimetterci subito in marcia. Non appena il sole tramonterà i goblin usciranno fuori a cercarci e sarà meglio per noi se saremo il più lontano possibile. Dobbiamo dirigerci verso la foresta di Lorien, lì gli elfi della dama bianca ci accoglieranno e potremo finalmente riposare.”
Con queste parole Aragorn incitò il gruppo a rialzarsi e pochi minuti dopo Frodo, Sam, Legolas, Gimli, Boromir, Merry e Pipino correvano veloci verso la foresta degli elfi.
La foresta di Lorien era un luogo magico e incantato. Gimli conosceva diverse leggende che narravano di nani scomparsi e di una strega elfica che attirava a sè i viaggiatori per poi imprigionarli e renderli per sempre schiavi del suo potere. Legolas dal canto suo, rideva nel sentire questi racconti. Se c’era una cosa di cui era sicuro era che da nessuna parte nella Terra di Mezzo poteva esistere un elfo malvagio.
La compagnia continuò il viaggio quasi senza fare sosta e finalmente il pomeriggio del giorno dopo, arrivò al confine della foresta. Pochi attimi dopo il loro ingresso nella foresta un gruppo di elfi guardiani si calò dagli alberi e li circondò chiedendo loro di consegnare le armi.
Aragorn, era un ramingo sempre in continuo viaggio e conosceva bene gli elfi di Lorien, sapeva che non c’era nulla di cui preoccuparsi e così dopo aver presentato i suoi amici, prese la sua spada e la lasciò cadere per terra. Poco dopo anche Gimli e gli altri fecero lo stesso. Il comandante degli elfi disse loro che dama Galadriel li stava aspettando e dopo essersi arrampicato su una scala di corda che saliva su un grosso albero, fece loro segno di seguirlo.
Arrampicandosi sull’albero Frodo si accorse che gli elfi vivevano tutti intorno sopra gli alberi della foresta. C’erano diversi edifici sugli alberi e via via che loro si arrampicavano, diversi elfi si affacciarono per guardare i nuovi visitatori appena arrivati nella loro foresta.
Giunti in cima si ritrovarono in un grande salone all’aperto completamente immerso nel verde. Al centro c’era una grande tavola imbandita; in piedi accanto alla tavola una splendida dama elfica tutta vestita di bianco e con dei lunghi capelli dorati li stava aspettando. “io sono Galadriel, la dama bianca della foresta di Lorien. Siete i benvenuti. Sedetevi e rifocillatevi, sarete stanchi e affamati. Qui siete al sicuro.”.
Tutti rimasero a bocca aperta nel vedere la bellezza di quella dama e la gentilezza con cui lei li aveva invitati a sedersi al tavolo. Finalmente, dopo diversi giorni di viaggio e tante fatiche, Frodo e gli altri poterono godersi una cena calda e una notte tranquilla con gli elfi che vegliavano su di loro.
Il mattino seguente dama Galadriel li chiamò intorno a sé e poco dopo fece arrivare dei servitori con dei doni. Gli elfi portarono un mantello per ognuno di loro. “Questi sono mantelli elfici, tengono più caldo del più caldo mantello e finché li indosserete sarete nascosti agli occhi dei nemici.”.
Merry e Pipino non credevano alle loro orecchie, un vero mantello elfico tutto per loro e con tanto di spilla a forma di foglia per poterlo indossare. Galadriel continuò, “a te Frodo dono Aerendil, la stella più luminosa. Questa magica ampolla sarà la tua luce quando ogni altra luce sarà ormai spenta” e con queste parole diede in mano a Frodo una piccola ampolla di vetro dalla forma ovale e con una strana polvere argentata all’interno. La dama bianca li guardò uno ad uno e poi continuò “gli elfi vi donano anche una buona scorta di pan di via, con questo viaggerete veloci e sempre in forze”.
Legolas conosceva bene il pan di via elfico, era un pane speciale che solo gli elfi sapevano fare. Veniva fatto in pezzi grossi e quadrati avvolti poi in una foglia di vite profumata. Il pan di via si manteneva sempre croccante e saporito e un solo morso bastava per saziare dalla fame durante un lungo viaggio.
Galadriel condusse gli otto compagni al fiume e qui trovarono tre canoe, l’ultimo regalo degli elfi di Lorien. Con quelle canoe ripresero il loro viaggio verso Mordor seguendo le acque del Grande fiume.