CAPITOLO UNDICESIMO
Gandalf, in groppa ad Ombramanto, condusse Aragorn e gli altri fino a Rohan, la città dove da tanti anni re Teoden governava. Il generale Eomer aveva detto ad Aragorn e gli altri che re Teoden era cambiato e Gandalf sapeva che quel cambiamento era dovuto alla magia di Saruman; Gandalf era pronto a battersi per ridare alla città il suo vero re e ritrovare così un vecchio alleato nella battaglia contro le forze di Mordor.
Giunti a Rohan i soldati di guardia chiesero al gruppo di consegnare le armi e così i quattro amici deposero asce e spade ad eccezione di Gandalf che riuscì a tenere il suo bastone magico. Le guardie scortarono il gruppo al cospetto di re Teoden.
Il re sembrava stanco, vecchio e assopito; accanto a lui sedeva il suo consigliere, Grima il vermilinguo, fedele servo di Saruman ormai insediatosi al fianco del re e responsabile di tutte le cattive decisioni da lui prese negli ultimi mesi. Appena Grima vide Gandalf cominciò a parlare all’orecchio del re mettendolo in guardia sull’arrivo dello stregone che sicuramente portava cattivi presagi per la città. Gandalf non esitò un istante e avvicinatosi al re, lo toccò in fronte con il suo bastone. Immediatamente l’incantesimo fu spezzato e in pochi attimi re Teoden ritornò in forze. Fu come se si fosse svegliato da un lungo sonno; vide Gandalf e poi capì cosa era successo. Chiamate le guardie, fece cacciare via Grima dal palazzo e poi tornò dai suoi amici felice di essere di nuovo in sé.
Gandalf spiegò come Saruman avesse creato con la magia un potente esercito di orchi Uruk Hai e di come adesso gli orchi stessero marciando alla volta di Rohan per conquistarla in nome dell’oscuro signore Sauron. Mentre lo stregone parlava, Eowin, la bella nipote del re era entrata nella sala del trono ed aveva visto come suo zio Teoden fosse finalmente tornato quello di un tempo. Eowin era una ragazza forte e decisa e malgrado la volontà di suo zio nel volerla vedere come una gentile dama di corte, lei aveva un carattere combattivo e desiderava dimostrare il suo valore in battaglia.
Quando Teoden capì il grave pericolo che correva la città in caso di un attacco degli orchi, ordinò alle guardie di trasferire tutti gli abitanti nella fortezza al fosso di Helm; lì avrebbero lottato e difeso le terre di Rohan al sicuro tra le mura della roccaforte.
Il mattino dopo tutti gli abitanti di Rohan si misero in marcia alla volta del fosso di Helm. La grande rocca costruita a ridosso della montagna aveva salvato la città da tanti nemici nel corso degli anni e così sarebbe stato anche questa volta. C’erano donne e bambini, uomini e anziani e tutti trasportavano qualcosa. C’era chi andava a piedi, chi a dorso d’asino e chi con il carretto. Re Teoden con la sua guarnigione a cavallo e con Gandalf e gli altri a seguito, procedeva davanti a tutti facendo strada.
Per assicurarsi che il percorso fosse sicuro, il re aveva mandato in avanscoperta degli esploratori a cavallo. Questi erano andati avanti al galoppo e quando pensarono che la strada fosse sicura fecero per tornare indietro. Improvvisamente una freccia sibilò nell’aria e colpì alla schiena uno degli esploratori; gli altri guardarono in alto e dalla parete di roccia stavano venendo giù quattro goblin a cavallo di enormi lupi selvatici. I goblin impugnavano le loro temibili balestre mentre i lupi ringhiavano ferocemente.
Tre degli esploratori di Rohan rimasero a dar battaglia ai nemici che arrivavano mentre l’ultimo di essi tornò di corsa verso la carovana per avvisare del pericolo.
Quando Aragorn e gli altri videro tornare l’esploratore da solo, spronarono i cavalli e andarono in aiuto degli altri che erano rimasti a combattere con i goblin. In pochi attimi la battaglia si concluse; Legolas colpì in corsa uno dei goblin scoccando una freccia mentre arrivava al galoppo; Gimli sceso da cavallo uccise il lupo selvaggio che si stava per avventare contro un esploratore ferito; Aragorn con gli altri soldati uccisero i restanti goblin. I lupi, una volta da soli, scapparono via. La strada era finalmente sicura.
La grande carovana di Rohan giunse al fosso di Helm dopo il tramonto e tutti si sistemarono come meglio poterono all’interno della fortezza. Re Teoden e gli altri presero possesso del Trombatorrione, una torre corazzata al centro della fortezza con un enorme tromba in cima, scavata nella roccia e il cui suono, potente e terribile, serviva per impaurire i nemici che cercavano di assediare la roccaforte. Arcieri e soldati si sistemarono sulle mura e attesero l’arrivo degli orchi.
Dopo diverse ore, a notte inoltrata, il rumore di un corno da battaglia ruppe il silenzio. I soldati si guardarono tra loro confusi e impauriti, forse gli orchi erano già arrivati sotto le mura della fortezza? Aragorn e Legolas invece sorrisero, quello era un suono che conoscevano bene; affacciandosi dalle mura videro infatti l’esercito degli elfi di Granburrone, che avanzava con passo leggero e silenzioso ed era arrivato per aiutarli.
Quando anche tutti gli elfi furono all’interno della fortezza Gandalf si guardò intorno e capì che servivano rinforzi per poter sconfiggere l’esercito degli orchi. Chiamò allora Ombramanto e corse via al galoppo. Prima di andare, aveva detto ad Aragorn che avrebbero dovuto resistere all’attacco degli orchi per due giorni, all’alba del terzo giorno lui sarebbe ritornato con i rinforzi.