Pensiamo all’ecosistema Insegnante-Studente-Genitore, questi tre soggetti interagiscono costantemente tra di loro con aspetti specifici spesso complicati da gestire tutti insieme:
- differenza generazionale,
- autorità,
- voglia di libertà e scoperta,
- autonomia,
- regole e imposizioni,
- suggerimenti
Nel mio ruolo di facilitatore sul metodo LEGO® SERIOUS PLAY® mi trovo spesso a spiegare in ambito aziendale la potenza di un metodo che permette di capire cosa pensano e sentono le persone su un determinato argomento. Questo per un’azienda si può tradurre ad esempio in:
- miglioramento del clima lavorativo,
- miglioramento del lavoro in gruppo e crescita personale,
- maggiore conoscenza delle persone con cui si lavora,
- sviluppo del business in termini di processi e prodotti,
- tanto altro ancora…
Un metodo che funziona così bene in contesti aziendali può essere utilizzato anche all’interno del nostro ecosistema per stimolare delle potenti riflessioni e attuare un processo di cambiamento positivo per migliorare il COSA facciamo e COME.
Se ci pensate scuola e famiglia sono in senso più ampio due enormi aziende con decine di migliaia di filiali sparse in giro per l’Italia e gli studenti sono potenziali clienti.
Quindi la domanda è:
Cosa possiamo fare in più o in meno per avviare un dialogo costruttivo con questa “clientela” che sempre di più viene assorbita da aspetti che forse non comprendiamo del tutto e riteniamo spesso inutili o non adatti?
Sto pensando ai social, le chat, gli influencer, YouTube e qualunque altra cosa stia venendo in mente anche a voi.
Come funziona questa metodologia
Il facilitatore propone una sfida, tipicamente una domanda, a tutti i partecipanti e questi costruiscono un modello tridimensionale utilizzando i mattoncini LEGO®. Il modello rappresenta la risposta alla domanda e ogni partecipante è tenuto a raccontare la storia che sta dietro al suo modello. Gli altri partecipanti che ascoltano la storia possono fare domande specifiche sul modello.
Questo ciclo, che si ripete ad ogni sfida in funzione dell’obiettivo del workshop, scatena riflessioni molto potenti e genera un ampio grado di condivisione tra le persone al tavolo.
Un bambino riesce sempre a costruire il suo spazio verde di allegria e gioia pur vivendo nel grigio mondo degli adulti fatto di regole e scadenze. Con la sua mente esplora mille mondi diversi e si confronta con le sue paure ed i suoi sogni…
Il modello che un’educatrice ha costruito durante un nostro workshop per rispondere alla domanda “che cosa è per te un bambino?”.
Hai già dato un’occhiata al nostro progetto Tavoli Educativi? Vorremmo portare questo approccio all’interno delle scuole e coinvolgere il più possibile insegnanti, studenti e genitori.
Buon lavoro a tutti.
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