Nell’articolo Yoga come strumento di crescita ho introdotto l’importanza dell’impiego di questa disciplina all’interno della scuola, chiarendo quali sono gli effetti e i benefici principali.
Dallo scorso anno, attraverso l’Officina Educativa, ho avviato una Sperimentazione Yoga in una classe Montessori dell’Istituto Comprensivo Ilaria Alpi di Milano. Una volta alla settimana, durante l’ora di motoria e in compresenza con la docente di riferimento, insegno yoga in una classe seconda della scuola primaria.
Ma non si tratta solo di questo. Grazie alla Sperimentazione l’insegnante può acquisire, attraverso una formazione specifica, le tecniche derivanti dallo Yoga e riutilizzarle autonomamente in seguito. Tali tecniche di base permettono di lavorare in modo completo sul bambino, portando benefici su corpo, mente ed emozioni e per questo motivo possono e dovrebbero essere adottate in modo continuativo nella scuola.
Prima di iniziare le lezioni con i bambini, mi è stato proposto dalla docente di incontrarli e conoscerli. E’ stato un momento importante, perché mi ha permesso di comprendere quanti preconcetti (positivi e meno positivi) ci siano sullo Yoga e come questi siano trasferiti, in modo trasparente, dai genitori ai propri figli. Ognuno di loro, infatti, mi ha dato la propria Visione dello Yoga, mostrando interesse, curiosità, resistenza e persino timore.
Alcuni si sono seduti a gambe incrociate, gli occhi chiusi e le dita a “cerchietto” e pronunciavano dei frenetici “Om-Om-Om”.
Altri in equilibrio su una gamba, mi urlavano “Sono un albero!”.
Altri mi guardavano imbronciati e mi dicevano “Non voglio fare yoga, è noioso”.
Addirittura un bambino, con espressione preoccupata, ha sentenziato “Lo yoga porta … sfortuna!”
Nessuno di loro aveva mai provato fino ad allora a fare una lezione di Yoga, eppure erano in grado di ricondurlo allo stereotipo della persona in meditazione oppure erano convinti che non sarebbe stato divertente. Tutte queste affermazioni, invero, erano solo la trasposizione di idee trasmesse (volontariamente o involontariamente) dai loro genitori.
Tutti questi bambini, alcuni in modo naturale e agevole, altri con molte difficoltà, si sono cimentati in queste lezioni di yoga, in cui attività di gioco si alternano a posizioni yoga, a sequenze dinamiche e a esercizi di meditazione. Esatto, quella meditazione: seduti a gambe incrociate con occhi chiusi e in silenzio.
Ho dovuto attendere qualche lezione prima di proporre la meditazione, perché ho dovuto fare i conti anche con i miei preconcetti: temevo, infatti, che non sarebbero riusciti, che non avrebbero sostenuto quel momento di osservazione interiore. Ma ho dovuto ricredermi.
Questa classe mi ha stupito e mi ha restituito un grande insegnamento: i bambini hanno una naturale capacità di avvicinarsi alla meditazione. E’ stata per me la scoperta della consapevolezza interiore e più elevata dei bambini.
Quante esperienze non facciamo fare ai nostri figli, solo perché pensiamo che non siano interessanti o divertenti per loro? O ancora, in qualità di docente, quante attività non proponi alla tua classe perché temi erroneamente che non siano adatte? Lascia i tuoi commenti qui sotto e condividi con la community dell’Officina Educativa il tuo punto di vista.