Scrivo quest’articolo con cognizione di causa: da diversi anni sul mio blog personale condivido pensieri ed esperienze che riguardano il mio mondo lavorativo e sempre di più mi accorgo di quanto questo sia utile per me stesso. Qui oggi cerco quindi di spiegarvi perché è importante trasferire ad un bambino (ma non solo) il concetto che un blog personale può essere veramente un’opportunità per costruire qualcosa di estremamente utile per se stessi.
Il mondo digitale ci ha ormai abituati ai social network gratuiti, piattaforme dove ti registri, hai un tuo spazio e puoi scrivere praticamente tutto quello che ti passa per la testa. Da Facebook a Instagram passando per Twitter e Snapchat la lista è veramente lunga e ogni social network ha le sue regole di comunicazione:
- Twitter, messaggi brevi al mondo
- Instagram, prevalentemente immagini
- Facebook, comunicazione con gli amici
- …
Quello che accomuna veramente le piattaforme di social network è il fatto che sono loro a decidere le regole e stabilire se e quanto sei visibile. Al variare degli algoritmi sottostanti, un testo (post) che scriviamo può essere visto da centinaia di persone così come da nessuno e questo non dipende minimamente da noi o dalla bontà del contenuto che scriviamo ma soltanto dalle regole imposte da quel determinato social. Tanto per fare un esempio, ultimamente su molti social il tuo post diventa meno visibile al pubblico se all’interno di esso inserisci un link esterno che rimanda il lettore al di fuori del social stesso.
Sul tuo blog personale sei tu che decidi le regole e non sei vincolato a nessun elemento esterno, inoltre il blog personale è casa tua quindi lo puoi personalizzare al massimo per renderlo il più possibile rappresentativo di te stesso.
Quello che scrivi sul tuo blog, ti rappresenta e deve essere scritto affinché altri possano leggere e capire e questo ti spinge a scrivere sempre meglio e trovare un tuo modo di comunicare che non sia necessariamente “160 caratteri” oppure “immagine + testo”.
Voi mi direte che non tutti possono trovare interesse nello scrivere e sopratutto nel mettersi in mostra scrivendo. Questo è sicuramente vero ma a mio avviso vale almeno la pena tentare di trasferire le differenze tra una piatta pagina di profilo su Facebook e un blog personale ricco di aspetti legati alla persona. Questo è quello che penso debba essere il nostro compito di educare al digitale, non il mero “ti insegno ad usare questo software” tanto appena avrai finito il software sarà già vecchio.
E’ più utile spiegare come restare se stessi in un mondo digitale che cerca sempre più di appiattirti e uniformarti agli altri per diventare semplicemente un numero da contare.
Sul tuo blog personale sei obbligato a scrivere pensando a chi dovrà leggerti (o almeno prima o poi ci arriverai) e questo ti permette di ragionare su concetti che hanno un senso compiuto e non su semplici pensieri buttati lì tra un gattino e la foto del panino a pranzo.
Sul tuo blog personale devi scrivere, ed è importante scrivere partendo dalla carta, perché le idee nascono sulla carta e poi sulla tastiera le rendiamo solo più digeribili per il computer. Il progetto della Foresta Ombrosa, tanto per parlare di cose che ci riguardano, nasce da un blog personale in cui storie scritte sulla carta diventavano per magia racconti al computer visibili in rete e con il tempo questo blog si è trasformato e cerca di diventare sempre più una community di bambini che condividono storie di fantasia.
Vi lascio con questo TED talk dove Liz Kleinrock, un’insegnante elementare, racconta la sua esperienza su come portare i bambini a discutere di temi taboo come ad esempio il razzismo. Ha evidentemente poco a che fare con il digitale ma il messaggio di questa insegnante riguarda il fatto che il nostro compito resta e diventa sempre di più quello di fornire ai nostri ragazzi punti di vista differenti e strumenti che li aiutino a decidere e valutare in maniera personale quello che il mondo mette a disposizione ogni giorno.
Buon lavoro a tutti