27 febbraio, sabato mattina, i bambini dormono, tutti stanchi da una settimana faticosa.
Alle 9:45 cominciano ad arrivare le prime richieste di accesso a Google Meet e in pochi minuti, la classe sperimentale di Mattoncini Per Parlare (MPP) è pronta per partire.
22 insegnanti da 6 regioni d’Italia: Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli, Piemonte e Umbria.
Le insegnanti sono tutte pronte e curiose per questo progetto al quale hanno aderito insieme alla loro scuola, malgrado la fatica, malgrado il periodo, malgrado tutto, loro ci sono per i loro bambini e ogni momento di crescita e miglioramento è un momento utile e importante.
Non c’è stanchezza nell’aria ma solo voglia di scoprire e capire meglio; curiosità e interesse a comprendere cosa e come fare per portare questo strano metodo didattico all’interno della propria quotidianità.
Tanti feedback raccolti prima di partire, qui solo una breve selezione.
Sicuramente sarà un’ottima proposta didattica che permetterà a noi insegnanti di avvicinarci, nella maniera più semplice e naturale possibile, ai nostri bambini, attraverso il gioco dei lego in questi caso, per interagire ed empaticamente stare con loro attraverso il gioco che ci accomuna e ci porta ad esser allo stesso “livello” che a volte è in primis per noi difficile da capire e realizzare. Al contempo ci aiuterà e aiuterà loro ad entrare e capire il loro mondo interiore e le loro emozioni per veicolarle e superarle nella maniera più bella per me possibile.
Entusiasmo per essere parte di questo progetto, tanta curiosità di conoscere e sperimentare e, come aspettativa, quella di scoprire un nuovo metodo, valido e innovativo, da inserire all’interno della didattica tradizionale.
Mi aspetto di riuscire a coinvolgere e far raccontare di sé anche i bambini che solitamente stanno un po’ nel “retroscena” e di far capire anche la necessità di imparare ad ascoltare i compagnetti a chi, invece, è più esuberante e non lascia spazio agli altri. Spero che la partecipazione al progetto possa aiutare qualche bambino a migliorare e arricchire il proprio linguaggio, a rafforzare il legame di fiducia con l’insegnante e, per quanto mi riguarda, di imparare un metodo da poter applicare sempre, da adesso in avanti, nel mio lavoro.
Grande curiosità rispetto al progetto in sé e soprattutto verso la risposta dei bambini. Voglia di mettersi in gioco come insegnante attraverso un gioco ormai dato per scontato.
La speranza di trovare uno strumento utile, la scoperta di una strategia educativa nuova, il desiderio di imparare dal confronto.
Parte cosi la prima mattina del gruppo di lavoro MPP.
Il modello in foto racconta proprio la situazione in essere
- Emanuela ed io, in groppa al papero LEGO facciamo da padroni di casa in questa sperimentazione (sulla sinistra),
- lo storytelling, il primo obiettivo del progetto, rappresentato da un bambino che apre una finestra sul mondo e racconta il suo vissuto (al centro),
- le emozioni dei bambini, il secondo obiettivo del progetto, rappresentato da una sfera, quasi un tesoro, posto in alto perché va raggiunto e non è necessariamente facile e scontato (al centro),
- 10 personaggi tutti diversi tra loro a indicare la diversità e l’unicità che ogni scuola porta come contributo a questa sperimentazione (sulla destra)
- dei ponti neri, ancora interrotti, a voler indicare il raggiungimento dell’obiettivo comune da parte del gruppo che è un gruppo nascente quindi il ponte è in costruzione
Avevamo preparato alcuni argomenti teorici per trattare il tema della metafora e alcuni argomenti più pratici e operativi ma come spesso accade siamo anche andati a braccio in diversi momenti per adeguarci al flusso di domande e in base a dove fosse l’interesse maggiore.
MPP parte in un periodo in cui la scuola fa fatica a superare i limiti ed i problemi legati alla pandemia, alla DAD, alla DDI e agli infiniti decreti che continuano a cambiare le carte in tavola. C’è voglia di stare insieme e incontrarsi dal vivo per condividere esperienze ed emozioni ed MPP è infatti anche questo, come emerge dalle parole di qualche partecipante:
Mi piacerebbe molto che questo diventasse uno strumento di aggregazione per il gruppo
Spero di trovare uno strumento di lavoro utile per avvicinarsi al mondo emotivo dei bambini e riuscire ad avvicinarsi con leggerezza ai loro stati d’animo, sensazioni ed emozioni per favorire il loro benessere.
Il mio obiettivo è quello di consolidare le relazioni all’interno della classe, visto il momento particolare che stiamo vivendo.
Le ore della mattinata vanno via veloci e arriviamo rapidamente all’ora di pranzo e alla fine del nostro incontro; le domande arrivano in coda, tante, diverse ma il primo appuntamento termina qui e adesso le insegnanti hanno il primo mese davanti per iniziare a sperimentare quanto appreso, hanno alcuni nuovi strumenti con cui prendere confidenza per restare connesse tra loro e iniziare a condividere il lavoro che le aspetta.
Seguici in questo viaggio per ulteriori aggiornamenti sull’andamento della sperimentazione. Questa la pagina ufficiale del progetto.
Al mese prossimo