Durante la mia formazione per diventare insegnante Yoga, mi è stato suggerito da una docente della primaria specializzata nel Metodo Montessori, di approfondire alcune tematiche quali l’Educazione Cosmica e i principi basilari di questo metodo didattico. Il risultato è stata la scoperta di una serie di punti in comune con lo Yoga.
In questo brano tratto da “I bambini sono diversi” (1967), Maria Montessori racconta l’esperienza, che sicuramente conoscerete, dell’Esercizio del silenzio, una sorta di propedeutica alla meditazione, proposto per caso e con semplicità. Lei stessa si stupisce della capacità dei bambini di eseguire con naturalezza questo esercizio di concentrazione.
“Un giorno entrai nell’aula tenendo in braccio una bambina di quattro mesi che avevo tolto alla madre in cortile… la tranquillità di quella creatura mi impressionò molto e cercai di trasmettere la mia sensazione anche agli altri ragazzi. ‘Non fa rumore’ dissi, e scherzando aggiunsi: ‘Nessuno di voi potrebbe starsene così zitto’. Osservai sbalordita che tutto intorno una intensa tensione andava impadronendosi di loro. Sembravano pendere dalle mie labbra e sentivano profondamente quanto dicevo.
‘Respira piano piano’, continuai, ‘nessuno di voi riuscirebbe a respirare tanto silenziosamente’. Meravigliati ed immobili trattennero il respiro e vi fu un silenzio impressionante. Si udiva solo il ticchettìo dell’orologio che di solito non era percettibile. Nessuno fece il benché minimo movimento e quando più tardi invitai i bambini a ripetere questo esercizio in silenzio, furono subito d’accordo, non voglio dire con entusiasmo, perché l’entusiasmo ha in sé il carattere dell’impulsività che si manifesta all’esterno. Ciò che invece si manifestò fu una concordanza interiore, generata da un profondo desiderio. I bambini sedevano tranquilli, quasi immobili, controllando perfino il respiro, mentre la loro espressione era tesa ed allegra insieme, come se fossero immersi in meditazione.”
Altra frase che mi ha colpito riguarda l’introduzione della parte fisica, il movimento. Infatti a Maria Montessori venne un giorno l’idea di combinare questi silenzi con degli esercizi motori. Ecco cosa scrive su quelle esperienze:
“Più tardi risultò poi quanto questi esercizi, in cui ogni errore si manifesta attraverso i rumori che causa, contribuisca a perfezionare le capacità dei bambini. La ripetizione dell’Esercizio porta infine ad una sottile padronanza delle azioni, quale mai potrebbe essere raggiunta con un insegnamento che sia soltanto esteriore.”
Questa seconda frase descrive, in modo elementare, il processo mentale che sottende all’esecuzione delle posizioni in una lezione di Yoga e degli effetti che essa produce a livello psico-fisico.
Sebbene l’errore sia un concetto che non esiste nello Yoga, può essere inteso come la distanza, lo scostamento rispetto alla propria consapevolezza, alla padronanza completa di sé stessi. Maggiore è tale scostamento, maggiore sarà il “rumore” prodotto nella pratica fisica. Il “rumore” non necessariamente è una sensazione acustica, ma può essere il rumore, il segnale prodotto dal corpo nelle pratiche fisiche, come ad esempio il dolore su un allungamento o la mancanza di coordinazione in una sequenza o la perdita di equilibrio.
Con la ripetizione delle posizioni e delle sequenze, diminuisce il “rumore”, si acquisisce padronanza e consapevolezza.
Cosa pensi dell’impiego dello Yoga a scuola? Scrivi qui sotto i tuoi commenti o contattaci per sapere come attivare una sperimentazione nella tua scuola.