Il signore degli anelli per bambini – 2 – La locanda del puledro impennato

CAPITOLO SECONDO

Il mattino seguente Frodo raccolse velocemente alcuni indumenti e li mise nel suo zaino da viaggio. Prese una corda, qualche pezzo di formaggio, della frutta secca e si incamminò verso la casa di Sam.

Lui e Sam si conoscevano da sempre e Frodo sapeva che l’amico non avrebbe avuto problemi a seguirlo anche se con così poco preavviso e infatti dopo qualche minuto erano tutti e due che camminavano lasciandosi alle spalle la Contea.

Ad un tratto mentre passavano accanto ad un campo di grano sentirono delle voci allegre, si guardarono intorno e videro Merry e Pipino che correvano ridacchiando tra loro. I due amici li videro e deviarono la loro corsa fermandosi proprio accanto a loro.

“Cosa fate? Dove andate?”, disse Merry.

“Zaini? State partendo!”, disse Pipino.

“OK, se insistete veniamo con voi”, dissero in coro Merry e Pipino.

E cosi i quattro amici ripresero insieme a camminare.

Giunti alla sera arrivarono nei pressi della locanda del puledro impennato. Quello era il luogo che Gandalf aveva indicato a Frodo per il loro incontro. Lì avrebbero dovuto trovare anche Aragorn.

I quattro hobbit entrarono nella taverna e si diressero subito verso un tavolo un po’ appartato e in una zona non troppo illuminata dove c’era uno straniero che aveva tutta l’aria di essere Aragorn.
Era alto e forte, indossava un mantello scuro con su in testa il cappuccio e se ne stava tranquillamente seduto al tavolo fumando la pipa.

Gli hobbit si avvicinarono e Frodo chiese se lui fosse Aragorn e se conoscesse Gandalf. Lo straniero lo guardò da sotto il cappuccio e poi fece di sì con la testa. A quel punto anche gli altri si presentarono e passarono il resto della serata al tavolo mangiando, bevendo e raccontando storie della Contea e di grandi avventure.

Quando fu il momento di andare a dormire Aragorn si fece serio e guardò Frodo poi parlò. “Per questa notte è meglio se voi hobbit dormiate nella mia camera mentre io starò di guardia”. Frodo non capiva ma sentiva di potersi fidare e così si sistemarono tutti nella camera di Aragorn stirando per terra delle coperte. Dopo poco, stanchi dalla lunga camminata, i quattro amici dormivano profondamente.

Durante la notte Frodo si svegliò di soprassalto sentendo lo scalpitio di molti cavalli provenire dal cortile esterno. Aragorn stava già guardando fuori dalla finestra nascosto dietro la tenda. Guardò Frodo e fece segno col dito di fare silenzio. Frodo si avvicinò alla finestra e vide nove cavalieri neri in groppa ad altrettanti cavalli anch’essi neri come il carbone.  Ognuno indossava uno spesso mantello e teneva in testa un grande cappuccio. Il viso non si vedeva ma gli occhi rossi e spettrali si distinguevano benissimo anche nel buio della notte.

I Nazgul, così si chiamavano i cavalieri, erano i servitori di Sauron e stavano cercando l’anello per conto del loro padrone. Un tempo erano stati grandi re degli uomini ma l’Oscuro Signore era riuscito a renderli schiavi dell’anello. Scesi da cavallo sguainarono le loro spade ed entrarono nel grande salone sfondando la porta con un solo potente calcio.

“Svelti, dobbiamo scappare!”, disse Aragorn mentre apriva la finestra per poter saltare giù all’esterno. Dopo pochi secondi stavano correndo in mezzo al bosco lasciandosi alle spalle la locanda. Corsero fino a non sentirsi più le gambe, poi finalmente si arrampicarono su una collina e si accamparono in mezzo alle rocce per trascorrere il resto della notte.

Il posto era molto ventoso e infatti tutti lo conoscevano con il nome di Collevento. Per cercare di scaldarsi accesero allora un fuoco e vi si accovacciarono tutti intorno. Non passò mezz’ora e capirono che il bagliore del fuoco aveva rivelato il loro nascondiglio ai Nazgul. Sentito lo scalpitare dei cavalli si affacciarono per guardare giù oltre le rocce e videro che i nove cavalieri stavano già salendo a piedi e con le spade sguainate. 

Aragorn prese la sua spada con la mano destra, armò la sinistra con una torcia infuocata e attese l’arrivo dei suoi nemici.

I Nazgul cominciarono a sbucare tra le rocce e anche gli hobbit furono costretti a combattere usando i loro piccoli pugnali. Fu una lunga lotta ma fortunatamente grazie alla torcia infuocata Aragorn riuscì ad avere la meglio sui nove cavalieri, non prima però che uno di essi riuscisse a ferire il povero Frodo al fianco con la sua lama spettrale.

Quando i Nazgul si furono allontanati, Aragorn si avvicinò a Frodo che intanto era caduto a terra dolorante; vista la ferita capì che non c’era tempo da perdere. Il taglio provocato dalla lama magica avrebbe ucciso in poco tempo il suo giovane amico e lui non era in grado di curarlo; preso in braccio Frodo, disse agli altri di raccogliere le loro cose e rapidamente si rimisero in viaggio.

La loro meta era Granburrone, il paese degli elfi governato da re Eldrond; con i suoi grandi poteri magici si sarebbe preso cura del povero Frodo.

Iscriviti alla nostra newsletter

Riceverai gli aggiornamenti su tutti gli eventi, i corsi e le iniziative dal Team di LOE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *