Mattoncini Per Parlare – L’esperienza della primaria del Preziosissimo Sangue

E’ cominciato tutto con un corso di formazione proposto da LibroGiocando Officina Educativa sul metodo Lego Serious Play e la sua possibile applicazione nei contesti educativi. Mi sono iscritta al corso con grande curiosità e non appena terminata la presentazione del metodo (finalizzato a sviluppare il pensiero, la comunicazione e la risoluzione di problemi attraverso l’impiego del gioco di costruzioni Lego) mi sono candidata per essere una di quelle scuole che LOE avrebbe scelto sul nostro territorio per sperimentare tale metodo all’interno delle scuole.

Lavoro in una scuola primaria paritaria di Monza e l’idea di conoscere e sperimentare un nuovo metodo didattico in grado di coinvolgere gli studenti in una dinamica di classe aperta e ricettiva in cui ciascuno fosse stimolato a raccontare e a farsi ascoltare mi ha subito conquistato.

Intorno alla metà aprile, rientrati in classe dopo un mese di didattica a distanza, ho presentato ai miei studenti di 2b un modellino costruito a casa in cui mi rappresentavo insieme a loro e da lì sono partita per presentare e avviare la sperimentazione in classe del metodo MPP (Mattoncini Per Parlare).

Come mi aspettavo, il progetto ha suscitato grande curiosità ed entusiasmo nei bambini, un entusiasmo che hanno mantenuto invariato fino alla fine dell’anno scolastico. Insieme abbiamo allestito lo spazio per la sperimentazione nel corridoio fuori dalla nostra aula e abbiamo organizzato la routine, scegliendo un momento ed un orario preciso da dedicare ogni settimana a MPP.

Attraverso il gioco i bambini si sono impegnati a costruire storie “mettendo in scena” e raccontando momenti reali della loro vita, emozioni e scenari di fantasia e hanno utilizzato i mattoncini per raccontare e raccontarsi. Anche i bambini più timidi sono riusciti a trasmettere e condividere, talvolta in modo sorprendente, vissuti personali con grande accuratezza nella spiegazione delle emozioni e dei dettagli.

Partendo sempre dalla lettura di un albo illustrato o di un racconto, abbiamo parlato di gentilezza, stupore, noia, resilienza, magia e felicità e i modelli costruiti hanno racchiuso moltissime metafore e simboli tratti dal mondo delle fiabe e dei cartoni animati, emozioni e paure, sogni e desideri ed elementi reali del quotidiano e del vissuto personale (famiglia, casa, scuola).

In questi modellini due studenti hanno rappresentato la loro idea di resilienza partendo proprio da esperienze ed emozioni personali:

  • nel primo a sinistra una bimba, lontana dalla sua mamma per due settimane, si rappresenta separata da lei da un muro di mattoncini e unita a lei solo dal filo nero del telefono. Ha spiegato così la resilienza: come adattamento ad una situazione nuova, dura e spiacevole, in cui le sarebbe servita tanta pazienza.
  • Nel secondo a destra, un bimbo che corre sui go Kart costruisce il suo grande sogno: gareggiare in Formula 1. Ha spiegato la resilienza come “una strada lunga e difficile, una strada fatta di errori, cadute, risalite, concentrazione e tanta pazienza”.

Lo spazio dato al racconto ma anche all’ascolto e alla condivisione di esperienze personali è stata, non solo per gli insegnanti ma anche per i compagni, una chiave di lettura e di conoscenza del bambino. Abbiamo lavorato sullo storytelling, la comprensione di sé e delle proprie emozioni ma abbiamo sperimentato anche i mattoncini come strumento interdisciplinare.

In una classe 4^ ho proposto un laboratorio di storia (foto in alto). Ho chiesto ai ragazzi di lavorare a coppie e di utilizzare i mattoncini per ricostruire (e poi narrare) scenari, simboli e oggetti delle antiche civiltà studiate quest’anno. Le piramidi, le mummie, le navi fenicie, il labirinto e il palazzo di Cnosso sono stati i più rappresentati. I modelli sono stati costruiti con cura e le narrazioni sono state ricche di dettagli. Tutti erano curiosi e desiderosi di osservare i modelli degli altri e di presentare il proprio.

Il desiderio continuo di tutti di costruire e raccontare è stato un grande punto di forza di questa sperimentazione e motivo di soddisfazione per me, insegnante, che l’ho proposta.


IC Preziosissimo Sangue, Monza – Maestra Rossella Rho


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