Lo Yoga come strumento di crescita

Sono istruttore Yoga e alle mie lezioni partecipano ragazzi, adulti di ogni età, fino ad arrivare agli adorabili allievi di un centro ricreativo per anziani di Milano. Per alcuni di loro, con intensità ed espressioni diverse, durante le lezioni di yoga emerge un elemento comune: l’incapacità di un controllo consapevole su pensieri, emozioni, stress e tensioni che si traduce in:

  • una rigidità della cervicale e della colonna vertebrale,
  • una difficoltà nel movimento coordinato e consapevole del proprio corpo,
  • una minore tenuta della concentrazione,
  • un’impossibilità a stare immobili e rilassati,
  • un respiro corto e superficiale.

La complessità nell’educare oggi

Da qualche tempo ho compreso come alcune di queste difficoltà siano diffuse anche nella scuola, persino tra i bambini più piccoli, producendo effetti importanti sia nella gestione della vita in classe che nell’apprendimento in generale dei nostri figli.

Quello che emerge dalle riunioni di classe e interclasse, preziose occasioni di confronto tra genitori e insegnanti, è soprattutto la fatica dei docenti nell’educare, nell’insegnare in modo efficace, a causa di alcuni fattori:

  • Ridotta capacità di ascolto e di attenzione. Gli insegnanti riportano di avere, con alcuni bambini, delle “finestre temporali di attenzione” di soli 10 minuti.
  • Incapacità ad aspettare e a sperimentare la pazienza. In una società in cui tutto è disponibile on demand, diventa difficile per il bambino accettare l’attesa, aspettare il proprio turno. Atteggiamento che si ripercuote anche sul lavoro in classe, sulle attività che richiedono tempo, ripetizione e quindi pazienza.
  • Aspettativa continua per il futuro (come ad esempio, ‘E dopo cosa facciamo? Cosa succede?’), con conseguente perdita di attenzione sul momento presente e sulle attività che vengono proposte.
  • Irrequietezza e vivacità, a volte manifestate con attività fisiche (corsa, salti, urla) compiute senza controllo e in modo esagerato, quasi si trattasse di sfoghi.
  • Scarsa consapevolezza del proprio corpo, sia in occasioni di esercizi di equilibrio che di coordinazione elementare (il semplice movimento sincronizzato della dita delle mani sembra essere un compito difficile).
  • Totale mancanza di autonomia e non mi riferisco alla capacità di allacciarsi le scarpe o di vestirsi da soli, ma intendo l’autonomia di pensiero, la capacità di elaborare e risolvere situazioni, problemi dell’ordinaria vita di classe (come ad esempio ‘Non ho la penna e ne cerco un’altra da solo’).

Il contributo positivo dello Yoga in questo contesto

Lo Yoga per bambini è un training, una pratica fisica che lavora in profondità, ma è anche e soprattutto un’attività che parte dalla mente e che richiede un notevole impegno, sia in termini di concentrazione che di coordinazione motoria.

Il lavoro “statico” con le posizioni Yoga, agisce fisicamente sulla consapevolezza del corpo e sulla postura; mentalmente, invece, contribuisce allo sviluppo della concentrazione e della pazienza.

Quando durante una lezione chiedo di assumere la posizione dell’albero, i bambini le prime volte ridono, perdono l’equilibrio e tutto intorno vi è “rumore”. Con la pratica e la ripetizione i bambini imparano a tenere la posizione: arriva prima l’equilibrio, poi l’attenuarsi del rumore e infine il silenzio. 

La pratica fisica dinamica è realizzata attraverso sequenze di posizioni, i saluti al sole (suryanamaskara) o i movimenti (kriya), e permette di agire sulla coordinazione, sullo sviluppo osteo-muscolare, sulla sincronizzazione degli emisferi cerebrali; mentalmente i benefici maggiori si hanno sulla capacità di concentrazione e di memorizzazione, sulla sicurezza emotiva del bambino.

I saluti al sole, in particolare, sono esercizi ritmici che comprendono una serie di posizioni, susseguenti una all’altra, legate tra loro da una trama motivata. Ogni posizione conferma la precedente e prepara la seguente. Attraverso la pratica di queste sequenze si raggiunge un benessere psico-fisico, tramutando delle semplici posizioni in una sorta di meditazione in movimento.

Lo Yoga propone al bambino delle piccole sfide, a volte difficili, da superare con il lavoro, il silenzio e la ripetizione. Riuscire a eseguire una posizione o a completare correttamente un saluto al sole, inserisce nella mente del bambino, un’informazione positiva, un’esperienza di successo che egli richiamerà per affrontare in futuro prove ancora più importanti.

Nel corso dei prossimi articoli approfondiremo alcuni aspetti specifici dello Yoga e vi racconterò della sperimentazione “Yoga e Motoria” in corso presso l’Istituto Ilaria Alpi di Milano.

E tu, utilizzi già lo Yoga con la tua classe o tuo figlio frequenta già un corso di Yoga? Lascia i tuoi commenti qui sotto e condividi con la community dell’Officina Educativa il tuo punto di vista.

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1 commento su “Lo Yoga come strumento di crescita”

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