MPP – Costruiamo la nostra soggettività

Grazie a LOE sono venuta a conoscenza delle incredibili opportunità derivanti dall’uso dei mattoncini LEGO e del metodo Mattoncini Per Parlare ad esso collegato (in seguito abbreviato con MPP, progetto originale de L’Officina Educativa). È risaputo che l’utilizzo delle costruzioni in ambito educativo è fondamentale per stimolare la creatività, l’immaginazione, l’attenzione e favorisce lo sviluppo della manualità, ma qui risalta una potenzialità maggiore del metodo che, personalmente, mi ha fatto pensare a quanto MPP possa essere efficace per far emergere la soggettività di ciascun bambino.

Come educatori/insegnanti abbiamo il compito di garantire ai bambini la possibilità di crescere e definirsi in quanto persone con le proprie caratteristiche e peculiarità offrendo loro un contesto adeguato in cui compiere esperienze diverse, rispondendo ai loro interessi e bisogni, dandogli l’opportunità di sperimentare. Questo lo possiamo fare solo se, anche noi adulti ci mettiamo in gioco insieme a loro, osservandoli e ascoltandoli in maniera autentica.

Ogni costruzione mette in evidenza il linguaggio creativo ed unico di ciascun bambino.

Viviamo, oggi, in una società che omologa e standardizza atteggiamenti e comportamenti in cui si è completamente dipendenti dalle “mode” del momento che vengono proposte quotidianamente dai media e dai social network; in cui prevale l’esigenza di apparire e di mostrarsi (mettersi in mostra/esibirsi) in qualcosa che si fa per sentirsi riconosciuti agli occhi degli altri o per qualche “like”.

Si è disposti ad alienare la propria individualità, a cambiare il proprio aspetto pur di sentirsi parte integrante della società.

C’è, inoltre, la continua lotta alla competizione, dove la propria immagine e il proprio messaggio devono risaltare a scapito delle altre persone.

Bisogna fare in modo che ogni individuo possa accettarsi come persona e di potersi esprimere rassicurandola in modo tale da permetterle lo sviluppo personale senza predeterminazioni esterne.

Ogni individuo può, così, autorealizzarsi ma questo avviene solo se l’ambiente (ad esempio quello educativo) lo liberi dai condizionamenti e dalle determinazioni sociali. Deve avere la possibilità di esprimere la propria soggettività offrendogli l’opportunità di manifestarsi.

I rapporti interpersonali favoriscono la comprensione reciproca nel momento in cui ciascun individuo si sente soggettivamente soddisfatto nelle attività di condivisione.

Non si tratta, solamente, di comprendere il punto di vista dell’Altro ma, bensì, di mettersi in relazione con lui.

L’incontro con l’Altro mette nella condizione di far emergere sé stessi e dare spazio alla diversità, in un sistema a rete dove ogni ruolo viene promosso per far sì che si crei un’autentica cooperazione.

Nella relazione si costruisce apprendimento. Questo richiede l’avere coraggio di esporsi, di esprimere ciò che si pensa ma, allo stesso tempo di accettare un pensiero diverso dal proprio.

In ambito educativo, quindi, il linguaggio stimola ciascuno ad essere protagonista del proprio divenire.

Nella condizione in cui il bambino viene accolto in tutta la sua interezza e quindi sente di poter esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni e i propri pensieri lì si manifesterà la sua soggettività.

L’educazione è un rapporto dinamico in continuo mutamento dove l’educatore si pone in un atteggiamento di apertura e disponibilità nei confronti dei soggetti in formazione favorendo il manifestarsi di comportamenti autentici.

Guarda il video della sperimentazione 2021

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