Dal paesaggio rurale alla riflessione metaforica sull’identità dell’insegnante

Immaginate il disegno di un paesaggio di campagna: il sole, le nuvole che potrebbero arrivare all’improvviso, una casetta che ricorda un vecchio podere, una stradina e un bivio, alcune collinette dolci o impervie a seconda dei punti di vista, uno spaventapasseri e ovviamente uno stormo di uccelli, le acque dirompenti di una cascata e quelle calme di un fiumiciattolo così fondamentale per arare i campi, un albero…

Immaginate poi una domanda: “Qual è l’identità dell’insegnante di oggi?”

Quali parole-chiave caratterizzano gli educatori e i docenti della nostra società? In quali parole speciali l’insegnante si riconosce o vorrebbe riconoscersi?

Giochiamo insieme e costruiamo l’identità dell’insegnante di oggi

L’aspetto interessante è poi quello di provare a collocare queste parole- chiave nel nostro disegno rurale, cercando di cogliere delle analogie simboliche tra gli elementi del paesaggio e le parole scelte.

Questo è stato il gioco di riflessione che abbiamo proposto agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che sono venuti a trovarci al nostro stand presso la Fiera Didacta di Firenze. In tanti hanno voluto partecipare, incuriositi da questa nuova modalità di riflettere sul proprio ruolo educativo e conoscere anche le opinioni dei colleghi provenienti da tutta Italia.

Lo spaccato che ne è emerso, è degno di nota. Tantissime le parole-chiave individuate e tendenzialmente distribuite in modo abbastanza omogeneo all’interno dei simbolici paesaggistici del disegno.

Possiamo raggruppare queste parole speciali in tre filoni fondamentali che rappresentano una lettura possibile tra le tante, considerando, infatti, che molte di esse possono stare a loro agio anche nelle altre macroaree:

  • le emozioni, gli stati d’animo e i modi di essere degli insegnanti individuati nelle parole Felice, Solare, Curioso, Confuso, Professionale, Entusiasta, Attiva ma Stanca, Multitasking, Smart, Motivata, Creativo, Resistente, Accogliente, Indecisa, Colorata, in Equilibrio, Resiliente, Innovativa, Fantasiosa, Flessibile, Attenta, Osservatrice, Paura, Coraggio, Mi sta passando la voglia di fare l’ insegnante, in Crescita, Passione, Libertà e Pace, Speriamo Bene
  • l’importanza di sentirsi in relazione con i bambini-alunni individuata nelle parole Cura, Empatia, Fiducia, Stima, Umiltà, in Ascolto, Guida, Costruire, Simpatia, Amico, Scala, Responsabilità, Ispiratore, Noi
  • parole che hanno a che fare con l’azione educativa quotidiana individuata nelle parole Regista, Evoluzione, Cambiamento, Seminare, Saper risolvere, Sfida, in Cammino, Opportunità, Tradizione.

Gli elementi del paesaggio sono stati interpretati, a livello metaforico, in modo del tutto personale; ogni insegnante ha infatti scelto autonomamente il simbolo paesaggistico più adeguato ove collocare la propria parola- chiave. L’elemento Sole, e in genere tutta la parte aerea del disegno (nuvole, stormo di uccelli), è quello che ha ospitato la maggior parte di parole positive, legate a quegli stati d’animo che rappresentano la soddisfazione della professione insegnante.

Anche le metafore dell’acqua, del terreno e dell’albero, nella parte bassa del disegno, hanno catturato l’attenzione di diverse parole speciali e che si possono collocare, in modo piuttosto omogeneo, nei tre filoni sopra descritti, dai modi di essere insegnante alle emozioni che emergono in questa professione agli elementi fondamentali che caratterizzano la relazione con i bambini. In alcuni casi, è stata evidente l’analogia metaforica con la parte aerea del disegno: diversi insegnanti si sentono, per i propri alunni, sole- luce-guida, un’interpretazione che possiamo assimilare a chi si sente radice- terreno fertile-linfa vitale per i bambini. Emblematico il simbolo del Bivio che ha accolto parole- chiave molto diverse tra loro, dalla confusione al cambiamento, dalla curiosità e sorpresa alla stanchezza del lavoro educativo… Trovarsi a un bivio, significa dover compiere delle scelte, in questo caso professionali, e avere il coraggio di decidere quale strada educativa intraprendere, la migliore per sé e per i propri alunni.

In pochi hanno scelto il simbolo della casa-podere come luogo per custodire la propria parola speciale, cosa questa che incuriosisce e fa riflettere: come mai il simbolo per eccellenza della cura, della protezione, dell’affettività, della familiarità e della crescità è stato poco attenzionato? Eppure si parla spesso della scuola come un luogo in cui si deve stare bene come se si fosse a casa propria, ma evidentemente, questa analogia non è più sentita dagli insegnanti di oggi. La riflessione che ci siamo posti è se davvero la scuola debba essere concepita come un alter ego della casa e della famiglia o piuttosto un contesto educativo diverso dove i bambini e i ragazzi fanno esperienze innovative e al passo con i cambiamenti socio- culturali.

Balzano poi all’occhio parole- chiave dal significato positivo che, considerando la situazione in cui versa attualmente la scuola italiana, rappresentano più un desiderio dei docenti che non la realtà quotidiana, un augurio ben espresso dalla frase di una insegnante: “speriamo che vada tutto bene!”.

In tanta positività emergono, con un’evidenza ancora più dirompente, le parole speciali negative che ci riportano a una quotidianità educativa e scolastica fatta di fatiche, paure, indecisioni, sfiducia, demotivazione da parte degli insegnanti italiani.

Questo momento interpretativo fatto di simboli e parole, ci porta a sollevare la questione dell’importanza, per educatori e insegnanti di ogni ordine e grado, di accedere con continuità alla formazione individuale e di équipe. Una formazione permanente che aiuti a non fermarsi ai bivii che il mondo scolastico ci mette davanti, che sostenga a riflettere, a mettersi in gioco e a scegliere con coraggio, creatività e passione le strade migliori dell’innovazione educativa. Una formazione che apra alla presa di coscienza dei propri limiti e punti di forza, che porti all’azione nelle classi e al confronto proficuo con i colleghi.

Questo è il tipo di formazione che proponiamo usando il nostro metodo in 3 fasi: consapevolezza, azione e confronto.

Immaginate un gruppo di insegnanti che lavora per un’intera giornata su uno dei temi di interesse per il gruppo e per la scuola:

Si prende consapevolezza di dove sei tu e dove gli altri pensano di essere.

Si agisce concretamente perché questo tipo di lavoro stimola il movimento e la riflessione. Non si fanno lezioni frontali.

Si condivide il lavoro svolto e il risultato conseguente aiutati dalle domande giuste che stimolano la riflessione e portano il gruppo a migliorare e crescere.

Questa è la formazione che ci piace portare nelle scuole, questa è la formazione degli Alfabeti LOE.

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