CAPITOLO TERZO
Aragorn correva veloce e silenzioso sempre tenendo in braccio il povero Frodo che già scottava per la febbre.
Corsero per tanto tempo e quando ormai Sam e gli altri pensavano di non farcela più, videro in lontananza un cavallo bianco con in groppa una bella dama elfica con un lungo vestito azzurro e oro. Aragorn si avvicinò alla giovane donna e sollevò Frodo in modo che lei potesse caricarlo sul cavallo. I due si guardarono per un istante e poi Arwen, la principessa degli elfi, spronò il suo cavallo e andò via al galoppo.
Arwen ed Aragorn erano innamorati. Sebbene lei fosse un elfo e lui un uomo, si erano incontrati anni prima e da allora si erano subito piaciuti. Il padre di Arwen, re Eldrond, non era contento di questo fidanzamento ma sotto sotto era comunque felice per sua figlia perché Aragorn era un uomo saggio, onesto e di grande valore.
Arwen correva veloce in mezzo al bosco sentendo i lamenti di Frodo che intanto delirava per la febbre. Ad un tratto sentì dietro di lei dei cavalli al galoppo, si voltò e vide i Nazgul che la inseguivano.
La principessa non si perse d’animo, accarezzò la criniera del suo cavallo e lo incitò a correre ancora più forte per arrivare rapidamente al fiume.
Dopo una cavalcata che sembrò interminabile, finalmente arrivarono al grande fiume e il cavallo bianco vi si fermò in mezzo. Arwen si voltò e si rivolse ai Nazgul “venite a prenderci, servi di Sauron. Venite a prenderci se avete coraggio”.
I Nazgul entrarono piano piano in acqua e si diressero verso Arwen. La principessa non si fece cogliere di sorpresa e cominciò immediatamente a pronunciare una cantilena nella lingua elfica.
Poco dopo, un potente rumore di acqua invase il bosco e la terribile piena del fiume si rovesciò sui Nazgul che non ebbero nemmeno il tempo di tirarsi in salvo. La scarica d’acqua fu violentissima e i Nazgul vennero spazzati via in un attimo. Il fiume aveva risposto al richiamo della dama elfica e sotto forma di bianchi cavalli d’acqua aveva allontanato per sempre i servi di Sauron dalla terra degli elfi.
Quando Frodo si svegliò non aveva idea di quanto tempo avesse dormito ne sapeva in che posto si trovava. Il sole filtrava attraverso la finestra e la luce si diffondeva uniformemente in ogni angolo della stanza. Era disteso in un morbido letto e accanto a lui, seduto su una sedia, c’era il suo vecchio amico Gandalf.
Lo stregone raccontò gli avvenimenti degli ultimi giorni, di come Frodo fosse stato ferito e poi curato da re Eldrond e di come adesso il consiglio composto da uomini, nani ed elfi stava aspettando pazientemente che lui si svegliasse.
Gandalf spiegò anche il perché non si fosse presentato all’appuntamento alla locanda del puledro impennato: il capo del suo ordine, lo stregone Saruman, si era alleato con l’Oscuro Signore e una volta saputo dell’anello del potere, lo aveva catturato per evitare che lui potesse aiutare Frodo. Gandalf era poi riuscito a fuggire solo grazie all’aiuto delle aquile sue amiche che lo avevano tratto in salvo dall’alta torre dove era stato imprigionato.
Finito di ascoltare il racconto Frodo si vestì e insieme a Gandalf andò nel grande giardino dove si stava svolgendo il consiglio.
L’anello del potere era un problema per tutti. Nessuno sarebbe riuscito a nasconderlo così bene da evitare che prima o poi i servi di Sauron lo trovassero e nessuno sarebbe riuscito ad utilizzarne l’immenso potere senza diventarne schiavo come era già accaduto in passato. Il consiglio decise quindi che l’unica soluzione era quella di intraprendere un lungo viaggio verso Mordor per andare a distruggere l’anello nel fuoco del monte Fato, il vulcano in cui l’anello era stato forgiato.
Frodo si offrì di custodire l’anello e portarlo fino a Mordor ma dato che un hobbit da solo non poteva certo intraprendere un viaggio così lungo e pericoloso, re Eldrond chiese al consiglio chi altri voleva unirsi per accompagnare quel giovane coraggioso. Fu così che Gandalf il Grigio, Aragorn il ramingo, Boromir principe di Gondor, Legolas l’elfo e Gimli il nano si unirono al gruppo e naturalmente, Sam, Merry e Pipino si unirono anch’essi.
La compagnia dell’anello partì il giorno dopo per il lungo viaggio verso la terra di Mordor.