CAPITOLO SESTO
I nove amici correvano in silenzio seguendo la luce magica del bastone di Gandalf. Lo stregone ne aveva ridotto l’intensità così da non essere un bersaglio troppo facile per gli arcieri goblin. Tutto intorno a loro si sentivano voci e urla. Gli orchetti della miniera sapevano ormai della loro presenza.
Dopo diversi giri tra tunnel e cunicoli la compagnia spuntò in un altro grande salone; voltandosi indietro, si accorsero di essere inseguiti da un numeroso gruppo di orchetti mentre in alto gruppi di goblin lanciavano frecce sibilanti nel tentativo di colpirli con le loro balestre.
Merry e Pipino desiderarono di non aver mai sfiorato quello scheletro seduto vicino al pozzo ma ormai era troppo tardi per piagnucolare, dovevano correre e non perdere di vista Gandalf e gli altri.
Ad un tratto, la terra tremò ed un terribile ruggito echeggiò in tutta la sala. Dopo poco ci fu un potente bagliore dalla profondità della caverna seguito ancora da un altro ruggito agghiacciante. Gli orchetti che erano all’inseguimento cominciarono a scappare in tutte le direzioni mentre i goblin che lanciavano dall’alto le frecce scomparvero dietro le rocce. In pochi secondi la compagnia dell’anello si ritrovò nuovamente da sola.
Il bagliore era ancora lontano ma si sentivano dei passi pesanti e cadenzati che avanzavano. Gandalf si concentrò per un attimo poi guardando Aragorn disse “dovete scappare. Portali in salvo. Sta arrivando un Balrog, un demone dell’oscurità. Non potete fare niente contro di lui. Scappate e raggiungete il ponte là in fondo, io cercherò di fronteggiarlo per farvi guadagnare tempo”.
Mentre diceva queste parole Gandalf indicò uno stretto e lungo ponte di pietra che passava sopra un profondo baratro. Dall’altra parte si intravedeva il portone per uscire dalle miniere di Moria.
Aragorn non aspettò un istante e incitati i suoi amici, cominciò a correre verso il ponte mentre dall’alto i goblin riprendevano a scoccare frecce con le loro potenti balestre.
Quando Gandalf si trovò proprio a metà del ponte si fermò e si voltò indietro in attesa del terribile mostro che avanzava.
I passi erano sempre più vicini ed il bagliore diventò sempre più intenso finché il Balrog non comparve in tutta la sua terribile grandezza. Aveva il corpo di un uomo ma con la testa simile ad un toro con due grandi corna ricurve. Dalle sue narici uscivano fiamme infuocate e dietro la schiena aveva due enormi ali da pipistrello. In una mano teneva una spada e nell’altra una lunga frusta infuocata.
Quando il demone si accorse di Gandalf, lo guardò e poi ruggì ancora dirigendosi verso di lui e iniziando a salire sullo stretto ponte di pietra. Gandalf sollevò in aria il suo bastone magico e poi disse “sono un servitore della luce, il tuo potere oscuro non ti sarà di aiuto”.
Il mostro per tutta risposta ruggì di nuovo e facendo schioccare in aria la frusta si avvicinò allo stregone avanzando ancora lungo il ponte.
“Tu non puoi passare!” urlando queste parole, Gandalf diede un potente colpo sul pavimento con il manico del suo bastone; la magica luce bianca illuminò l’intera sala, ci fu un intenso lampo accecante e poi il ponte di pietra cominciò a crollare facendo precipitare il Balrog giù nell’abisso.
Gandalf tirò un sospiro di sollievo nel vedere che il suo incantesimo era riuscito ad arrestare l’avanzata del mostro; stava per raggiungere gli altri quando all’improvviso la frusta infuocata del demone risalì dall’abisso e dopo averlo afferrato per la caviglia lo tirò giù verso il basso fecendolo precipitare a sua volta.
Frodo e gli altri assistettero alla fine di Gandalf senza poter fare nulla; lo stregone li aveva salvati sacrificando la sua vita è adesso non c’era altro tempo da perdere, dovevano uscire rapidamente da quella trappola sotterranea. Aragorn li incitò a riprendere la corsa senza fermarsi e così qualche minuto dopo, oltrepassata la spessa porta di pietra, si ritrovarono a respirare la fresca aria del mattino.
Gandalf intanto precipitava sempre più giù nell’abisso tenendo ben stretto il suo bastone. Durante la caduta si avvicinò al Balrog e così il combattimento riprese con il mostro che sferrava potenti colpi di spada e Gandalf che si difendeva. Alla fine i due caddero in un profondo lago sotterraneo; qui il fuoco del Balrog si spense e con esso anche il suo tremendo potere. Con un ultimo potente colpo, Gandalf riuscì a sconfiggere il suo nemico, poi sfinito perse i sensi e il suo corpo cominciò ad andare alla deriva diretto chissà dove.